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"LA DONNA DAI CAPELLI ROSSI" di Orhan Pamuk, Einaudi editore, traduzione di Barbara La Rosa Salim.

17/01/2017

 

È bellissima, ha i capelli rossi come le fiamme e il fascino irresistibile dell'attrice che sul palco sa trasformarsi nell'eroina sensuale e perduta dei poemi. Cem è solo un umile apprendista quando la vede per la prima volta: non sa che da quel giorno anche la sua vita seguirà la traiettoria fatale e misteriosa delle tragedie cantate dai poeti. La donna dai capelli rossi è un romanzo d'amore e gelosia, sulle passioni dei padri e i tradimenti dei figli, il racconto febbrile di un'ossessione capace di cambiare il corso di un'intera esistenza. Queste poche righe per farci capire la potenza narrativa di Pamuk, che saprà trasportarci dentro sentimenti vividi e potenti, la debolezza umana e le contraddizioni della "sua" Istanbul. Attuale come non mai per i grandi cambiamenti che la Turchia sta attraversando, da porta dell'oriente a ficuna di terrore e violenza.

27 GENNAIO GIORNATA DELLA MEMORIA

17/01/2017

Preferisco dire delle memorie, sono 72 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. Due titoli vi propongo tra le nuove uscite, ma ce ne sarebbeto tanti, classici, saggi e testimonianze. "NON C'E' MAI UNA FINE" di Piotr M. A. Cywinski, Bollati Boringhieri editore. Traduzione a cura di CArlo Greppi. Auschwitz è un simbolo potente. Ogni anno il luogo nel quale sorgeva il più grande campo di sterminio nazista viene visitato da più di un milione di visitatori, decine di migliaia dei quali provengono dall'Italia. C'è un'intera generazione ormai figlia del profondo significato che quel luogo ha assunto nel nostro tempo, figlia dei viaggi della memoria. Che cosa cercano quei ragazzi ad Auschwitz, che cosa cerchiamo tutti noi? Che storia ci racconta? Piotr Cywinski, direttore del Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau, in questo libro duro e necessario, vibrante e appassionato, si confronta con queste domande e con i dilemmi che si nascondono in uno dei luoghi più terribili della storia dell'umanità. Settant'anni dopo la fine della guerra, Auschwitz ormai parla ai nipoti e ai bisnipoti di chi visse quell'immane tragedia, di chi la vide o non la volle vedere, di chi la mise in atto. Ed è diventata anche un simbolo, il luogo dove si cristallizzano le domande irrisolte che la Shoah porta con sé. La responsabilità della trasmissione del suo messaggio al mondo è enorme e va pensata con cura, perché Auschwitz è molte cose, non una sola, e non appartiene solo a qualcuno, ma all'umanità intera. Non è solo lo sterminio sistematico degli ebrei d'Europa, non è solo l'attuazione di un'aberrante teoria razzista: Auschwitz ormai trascende la sua storia e parla direttamente a noi, ora e qui, proprio nel mondo in cui viviamo, perché in quel luogo, scrive Cywinski, «l'Europa perse sé stessa». Auschwitz è un monito che viene dal passato, e il suo messaggio - il suo urlo lacerante - per quanto complesso e doloroso, è più che mai necessario per pensare al nostro futuro. "BIOGRAFIA DI UNA VITA IN PIU'" di Fatina Sed, Elliot editore. A cura di Anna Segre e Fabiana Di Segni una memoria e uno strumento didattico, con gli occhi di bambina la signora Sed scrive quello che ha vissuto. Fatina Sed fu arrestata nel 1944 a Roma e deportala ad Auschwitz a tredici anni. Lei e il fratello furono gli unici a sopravvivere della loro famiglia. Solo molti anni dopo riuscì a scrivere la sua storia su un quaderno, fortunosamente ritrovato dalla nipote Fabiana. Attraverso una lingua semplice, diretta, priva di orpelli o digressioni, e proprio per questo estremamente efficace, Fatina riporta i fatti così come si erano svolti e come la sua mente ancora bambina li aveva cristallizzati nella memoria. Sono pagine preziose per la forza e la verità che sprigionano, che ci lasciano attoniti ancora una volta, come se tutto ciò che sappiamo della ferocia del fascismo e del nazismo non fosse mai sufficiente. Ciò che rende unico questo libro, inoltre, è il lavoro fatto dalle due curatrici - entrambe psicoterapeute -, che non si sono limitate a prendere in esame la storia di Fatina ma hanno tentato di fare luce sulle conseguenze che quell'esperienza inumana ha avuto e ancora ha sulle generazioni successive, sulle figlie e sui nipoti di Fatina, di cui vengono riportate qui le testimonianze.